La capacità di comunicare, sia questa inerente alla socialità degli adulti o all’interazione con i bambini, può in alcuni casi comportare delle problematiche. Negli ultimi anni sempre più bambini riscontrano problemi di comunicazione con i propri genitori, ma grazie a un approccio consono è possibile migliorare notevolmente tale disturbo.

L’importanza del linguaggio fin dai primi passi

Nell’immaginario comune non si dà grande importanza alle primissime tappe evolutive di un bambino, lasciando che queste si manifestino naturalmente nel tempo per poi correre ai ripari quando magari è troppo tardi. Benché nella gran parte dei casi non si riscontrino grandi problematiche legate al linguaggio, in tante altre si può aver bisogno di un logopedista.

Logopedista: chi è

Quando ci si affida a un logopedista per i problemi di linguaggio del proprio bambino, ci si rivolge a un esperto di logopedia, cioè quella materia che mira ad aiutare bambini e adulti colpiti da differenti tipologie di difficoltà di linguaggio, con il fine di migliorarne le capacità comunicative, siano queste non verbali o verbali.

I disturbi del linguaggio

Da un punto di vista tecnico i DSL (Disturbi Specifici del Linguaggio) si identificano in diverse modalità. Nel caso in cui un bambino presentasse un deficit cognitivo, sensoriale o neurologico non si parlerebbe di DSL, ma di Disturbi secondari del linguaggio.

I disturbi più comuni, meno vincolati a patologie specifiche, sono quelli in cui i più piccoli hanno difficoltà nell’articolare il linguaggio, producendo un numero limitato di parole e abbiano difficoltà nello strutturare una frase semplice.

Anche una difficoltà della comprensione del linguaggio verbale rappresenta un sentore di disturbo del linguaggio su cui è opportuno indagare. Soprattutto in fase di sviluppo, non bisogna sottovalutare nessun segnale.

Quando rivolgersi al medico?

Nella gran parte dei casi anche i pediatri tendono a sottovalutare le problematiche del linguaggio dei più piccoli, ma quando è opportuno rivolgersi a un logopedista specializzato per fugare ogni dubbio?

Le condizioni che richiedono l’intervento di un logopedista possono essere divise in due macrocategorie: disturbi del linguaggio espressivo e disturbi del linguaggio recettivo.

Nel primo caso il bambino presenta delle problematiche legate a parole, lettura, scrittura e frasi semplici; manifestazioni visibili in condizioni di sordità oppure balbuzie.

Nel secondo caso, disturbi del linguaggio recettivo, vi è un vero e proprio deficit nella comprensione delle parole o dei concetti recepiti.

Gli specialisti consigliano di consultare un logopedista nel caso in cui il bambino presentasse tali condizioni: non ha ancora cominciato a parlare a 2 anni, non comprende le parole, non riesce a esprimersi dopo i 3 anni, pronuncia solo due sillabe, non deglutisce nel migliore dei modi, balbetta, ha una pessima coordinazione motoria, non riesce a eseguire calcoli matematici semplici, non memorizza, ha un vocabolario ristretto, presenta difficoltà nell’imparare nuovi vocaboli e anche nella condizione in cui utilizza frasi accorciate e sgrammaticate.

Quali sono i primi campanelli d’allarme?

Affinché si possano comprendere e anticipare i sentori di un disturbo del linguaggio è opportuno fare attenzione ai campanelli d’allarme. Vi è un ritardo di linguaggio nel momento in cui il bagaglio di vocaboli di un bambino è inferiore a 15 parole entro i 18 mesi di età. Tale condizione si estende a 50 parole nel caso questi avesse 24 mesi.

Se il bambino a 30 mesi non avesse ancora sviluppato le abilità di legare due parole per la creazione di frasi, allora sarebbe opportuno consultare un logopedista. Un bambino con tre anni di vita ha già le capacità di combinare più parole e di garantire una comunicazione efficiente con le persone che sono vicine.

Nelle condizioni in cui, dopo i tre anni, non vi fossero tali abilità è presente una forma di DSL a cui bisogna porvi rimedio.

Quando la prima visita?

Molte persone, una volta identificati i disturbi di un possibile problema di linguaggio del proprio bambino, attuano una politica estremamente oppressiva, cercando di stimolarlo. Tale comportamento non produce nessun miglioramento, anzi, in alcuni casi inibisce il bambino ancora di più.

Se il bambino presentasse i disturbi appena elencati sarebbe opportuno effettuare una visita dal logopedista, che valuterà nel modo più analitico possibile le condizioni del bambino. Spesso si è portati a pensare che la prima visita comporti un fattore traumatico per il piccolo, in realtà è solo un luogo comune. Il professionista aiuterà il bambino a sentirsi a suo agio e soprattutto utilizzerà delle tecniche votate al miglioramento della qualità della sua vita e del suo linguaggio.

Il consiglio per i genitori è di non essere troppo apprensivi, affidandosi ai professionisti per indirizzare il processo evolutivo del bambino nel migliore dei modi, senza influenzarne le tappe.

Il processo di valutazione del logopedista

La prima visita di un logopedista è fondamentale per effettuare la valutazione dello stato del linguaggio, attraverso test specifici lo specialista valuterà il linguaggio e le capacità cognitive del bambino. Nello specifico, il logopedista effettuerà un’indagine di output e input su: componenti fonetiche-fonologiche, componenti semantiche-lessicali, componenti morfo-sintattiche e abilità pragmatiche.

Il risultato di tali indagini indurrà il logopedista a una tipologia di trattamento piuttosto che l’altra, adattandola alle esigenze del bambino e alle sue capacità di miglioramento.

Rivolgersi a professionisti

In molti casi non si hanno i mezzi o le conoscenze per scegliere un logopedista specializzato, tale condizione induce a rivolgersi a società che garantiscono assistenza domiciliare per il supporto alla famiglia. La Fenice, da anni si prende cura e accudisce le persone che hanno bisogno di aiuto, siano bambini, malati, anziani o persone fragili che non sono autosufficienti.