I problemi legati a un ritardo o disturbo del linguaggio sono in costante crescita; secondo le ultime stime colpiscono più del 10% dei bambini in età prescolare ed il 6/8% dei bambini che già frequentano la scuola. A questi numeri andrebbero aggiunti anche i casi dei figli di immigrati, ad oggi ancora ignoti.

I disturbi del linguaggio possono manifestarsi sotto varie forme: dislessia, disgrafia, disturbi dell’articolazione, dell’eloquio o del linguaggio espressivo ecc..

I primi segnali di un possibile disturbo del linguaggio possono essere già colti tra i 12 e 18 mesi, periodo in cui il bambino dovrebbe avere già un baglio di circa 100 parole. Se c’è questa base, allora il bagaglio di parole crescerà e si svilupperà, e lo sviluppo del linguaggio non dovrebbe subire ritardi.

Ma se attorno ai 24/30 mesi di vita si nota che il bambino ha un linguaggio povero e comprensibile solo ai genitori, allora l’intervento del logopedista è fondamentale per definire i bisogni del singolo caso ed aiutare i genitori ad intraprendere un percorso, il cui fine è incoraggiare il bambino ad esprimersi al meglio del suo potenziale. Il gioco può essere una medicina per aiutare a combattere efficacemente un disturbo del linguaggio, perché il gioco attrae il bambino e facilita la terapia. In questa dimensione tornano giochi come le tombole sonore, il gioco delle imitazioni od il girotondo delle rime, per citare qualche esempio concreto.

Purtroppo oggi i logopedisti sono pochissimi rispetto alle dimensioni del problema, e le liste d’attesa per una visita possono anche richiedere mesi per una prima valutazione.

La Fenice, sensibile al problema dei disturbi del linguaggio, ha costituito una sua equipe formata da logopedisti e psicologi, che in tempi brevi consente di accedere ad una diagnosi e ad una riabilitazione logopedistica

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