L’autismo tende a manifestarsi in maniera diversa nei maschi e nelle femmine, per cui possiamo dire che esiste un autismo femminile e un autismo maschile.

Le differenze più importanti riguardano la capacità di adattamento. Le femmine tendono ad avere maggiore facilità di adattamento, ovvero le cosiddette strategie “di mascheramento”. Basti pensare che la maggior parte delle donne che riceve la diagnosi oggi è adulta ed ha più di 40 anni.

Già da bambina l’autistica tende a manifestare comportamenti che sono socialmente più accettati.

Quando la bambina cresce e diventa una ragazza, ha già una buona storia di adattamento ed ha sviluppato degli obiettivi di tipo sociale: vuole essere accettata, accolta, riconosciuta, ammirata. Esattamente come tutte le ragazze.

Però con la crescita sente di essere diversa. Le ragazze autistiche tendono ad esporsi maggiormente, quindi magari a proporsi e a dover poi a volte gestire delle delusioni, dei rifiuti e spesso senza una rete, senza una tutela, senza una preparazione.

La percentuale di violenza sessuale sulle ragaze/donne autistiche è altissima. Circa il 78% di loro ha avuto un’esperienza di abuso sessuale perché i criteri di comunicazione e di gestione della sessualità nella nostra cultura sono organizzati su schemi che si basano tanto sulla comunicazione non verbale, che per gli autistici è semplicemente inarrivabile.

Un altro elemento che determina l’abuso è il fraintendimento. Non è detto che gli abusatori abbiano sempre intenzione di fare violenza, a volte un abusatore può essere inconsapevole perché il comportamento della donna autistica lancia un messaggio che viene letto dal non autistico come un messaggio di apertura, mentre la donna in realtà non vuole, dice di no, ma non scappa.